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India. I volti del sacro

Mostra: India. I volti del sacro. La donazione Giacomo Mutti al Museo nazionale d’arte orientale

Museo nazionale d’arte orientale – a cura di Laura Giuliano, con la collaborazione di Giovanna Iacono e Anna Maria Fossa

Palazzo Brancaccio, via Merulana 248, ROMA

8 giugno-10 ottobre, 2010

L’idea di una mostra che esplori la visione del trascendente nel subcontinente indiano, anche nei suoi aspetti meno conosciuti, nasce dal desiderio di presentare i volti del sacro così come appaiono nella ricca collezione di arte indiana donata recentemente allo Stato da Giacomo Mutti. La raccolta, formatasi in oltre 35 anni nel corso dei suoi numerosi viaggi in India è unica nel suo genere in Italia per la grande varietà dei periodi storici, dei settori di provenienza, delle scuole artistiche e dei temi iconografici rappresentati, che ne fanno una sorta di ‘compendio’ dell’arte metallurgica e pittorica indiana tra il XV e il XX secolo.

La mostra rappresenta una occasione importante per ampliare la visione su un mondo variegato ed estremamente complesso a noi sempre più prossimo. Gli oggetti esposti permettono di operare un confronto continuo tra le opere di provenienza “colta” e quelle di produzione popolare, relazione questa che è alla base dell’evoluzione della civiltà e dell’arte indiana. Inoltre offrono lo spunto per approfondire temi attuali e di grande interesse: l’arte, la religione, la vita di villaggio, la cosmologia e la cosmogonia, il vegetarianesimo e la non-violenza.

Il percorso espositivo è articolato in tre sezioni: il tempio, il villaggio, il Jainismo, religione della non-violenza, ciascuna arricchita da pannelli didattici. Ingrandimenti fotografici e sonorità consentiranno ai visitatori di immergersi nella realtà di cui le opere in mostra sono espressione.

Il tempio

Il primo nucleo dell’esposizione, con la ricostruzione evocativa di un percorso templare, è dedicato alla religiosità hindu e alle sue figure divine principali – Shiva, Vishnu e la Devi -, ai fenomeni dell’ascesi e del tantra e alla rivisitazione che questo pensiero religioso riceve nell’ambito dell’arte popolare.

Ogni vetrina è destinata ad una particolare divinità del pantheon hindu e comprende tanto immagini di committenza “alta”, quanto raffigurazioni più popolari.

Il villaggio

Nella sala dedicata all’arte del villaggio sono esposti bronzi e dipinti collegati al mondo rurale e tribale, realtà simili ma non identiche. Qui, accanto alle rappresentazioni connesse al culto di Shiva e alla religiosità della Madre, già incontrate nella sezione precedente, compaiono immagini di divinità locali e raffigurazioni della cultura tribale.

Jainismo: religione della non violenza

Il Jainismo, la religione indiana della non-violenza che tanto influenzò il Mahatma Gandhi, ha avuto un importante ruolo nella società e nella cultura indiane.

Anche in questo caso opere di provenienza “colta”, come i fogli manoscritti dal Kalpasutra, ed espressivi dipinti di gusto più immediato sono  esposti gli uni accanto agli altri a dimostrare la complessità e la vivacità della cultura indiana.

Si prenderà spunto da questo ambito per trattare gli argomenti del libro e della scrittura in India e per illustrare i temi del vegetarianesimo e della non-violenza.

In occasione della mostra, sono previsti diversi eventi culturali.

Per saperne di più vai qui.

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