È di questi giorni la notizia che il Rettore dell’Università di Firenze, Alberto Tesi, avrebbe stretto un accordo di collaborazione scientifica e culturale con Cai Yuanqiang, rettore della Wenzhou University. L’idea è di avviare unintenso scambio di visiting professors, di ricercatori e studenti, tramite anche l’organizzazione di soggiorni di studio, master, corsi, etc. Le discipline interessate sono economia e commercio e lingue.
Parallelamente, il sindaco di Firenze Matteo Renzi, appena rientrato da una visita in Cina, starebbe pensando, oltre ai progetti di collaborazione, di ospitare fisicamente nel Capoluogo toscano una o due “filiali” di altrettanti Campus universitari cinesi. Il posto ci sarebbe pure: l’attuale palazzo del Tribunale, i cui uffici sono destinati a trasferirsi a breve nel nuovo Palazzo di Giustizia. In tal modo, agli atenei già presenti (l’Università di Firenze, l’Istituto Universitario Europeo e le università americane) si aggiungerà un campus che permetterà a Firenze di stringere rapporti culturali e lavorativi sempre più intensi con uno dei paesi attualmente più “solidi” dal punto di vista economico. Ma Renzi ha prospettive ben più ampie: “Verificheremo”, ha affermato, “la possibilità di avere a Firenze istituzioni di Russia, India, Cina, Brasile, ci sono già dei contatti e ci diamo tempo un anno per concretizzarli”.
Anche Milano punta sulla Cina. È di oggi la notizia che i vertici dell’IFOM (Istituto Firc di Oncologia Molecolare) di Milano, con la benedizione di Umberto Veronesi, hanno siglato un protocollo d’intesa con A*Star, la governativa Agency for Science, Technology and Research di Singapore, particolarmente attiva sul fronte della ricerca biomedica. Il direttore scientifico dell’IFOM Marco Foiani spiega che “Singapore ci interessa perché sta crescendo tanto in termini di produttività scientifica. Sarà la nostra porta d’entrata in Asia. L’accordo è funzionale alla creazione di un ‘Joint research laboratory’, in cui ricercatori di Singapore e dell’IFOM lavorano gomito a gomito”. E Lee Eng Hin, direttore esecutivo di A*star sembra offrire una sicura sponda: “La collaborazione con IFOM si muove sul fronte della genomica e della biologia molecolare, ma abbiamo anche un istituto di nanomedicina e nanotecnologia con il quale potremo attivare in futuro un’ulteriore sinergia”. Ma anche Foiani, come Renzi non ha affatto prospettive limitate: egli ricorda che “sono già in atto accordi con il National Centre for Biological Sciences di Bangalore in India e con la Kyoto University Medical School in Giappone”.
Annotazione conclusiva: in tutti questi scambi economici e biomedici, speriamo che anche le scienze umane, le lettere, la filosofia, gli studi storici storia, possano beneficiare di nuove collaborazioni e più ampie possibilità di ricerca.
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