
Una curiosa notizia “verde” che viene dall’India. Vinod Kumar Agarwal, ingegnere meccanico e leader del gruppo ambientalista Mokshda Green Cremation System con sede a Delhi, qualche anno fa ha messo a punto una pira sollevata da terra che riduce la quantità di legna necessaria per la cremazione, abbattendo in tal modo di oltre il 60% la formazione di gas serra.
«La nostra religione ci impone di svolgere i riti funebri in questo maniera» ha detto Agarwal, che già da tempo si stava interessando dell’aspetto ecologico legato all’ingente utilizzo di legna – e la conseguente produzione di anidride carbonica – per le migliaia di cremazioni che quotidianamente hanno luogo in India. Il problema principale della cremazione, rilevava, è che «tutte le ceneri finiscono nei fiumi e l’anidride carbonica contribuisce al riscaldamento globale».
Infatti, delle circa 10 milioni di persone che muoiono ogni anno in India, più o meno l’85% dei riti funebri avviene mediante cremazione, stando almeno alle statistiche fornite dalle Nazioni Unite. Il risultato è l’abbattimento di circa 50 milioni di alberi e la produzione di circa 8 milioni di tonnellate annue di anidride carbonica.
L’idea per il nuovo sistema di cremazione venne ad Agarwal nel 1992, dopo che fu testimone di un funerale particolarmente sgradevole, in cui la famiglia del defunto ebbe difficoltà ad accendere il legno umido che stava usando. Dato che il combustibile non riusciva a prendere fuoco, con estrema frustrazione dei congiunti, fu deciso di gettare semplicemente il cadavere parzialmente bruciato nel Gange.
Considerando che si dovrebbero utilizzare in media circa 22 kg di legno per cremare un corpo (a fronte degli attuali 440 kg, che bruciano per 6 ore o più), Agarwal costruì la sua prima pira nel 1993, che consta in un braciere metallico elevato dal terreno, posto sotto un tetto di doghe per mantenere il calore. Una simile struttura permette la circolazione dell’aria e la continua vivacità della fiamma.
Anche se questa è una buona idea (si impiegano solo 100 kg di legno e si riduce il processo di cremazione a 2 ore), nessuno all’inizio sembrava interessato al sistema. Ciò ha indotto Agarwal e il suo team a «portare la religione dalla nostra parte». A seguito di varie consultazioni con sacerdoti di diverse professioni, con ambientalisti e burocrati, ha quindi deciso di rendere la camera crematoria più gradevole, fornendola di pavimenti in marmo e incorporando una statua del dio Shiva. Inoltre, è stata introdotta una canna fumaria a filtro che raccoglie le micro-particelle del fumo e rilascia emissioni più pulite.
In virtù di questi accorgimenti, Agarwal ha avuto più successo e dal 2007 ha già installato diverse decine di pire, iniziando dalla zona di Delhi. Amir Singh Bhatia, che dirige il campo di cremazione di Faridabad (a circa 30 km da Delhi), dove vennero sudito adottate le pire di Agarwal, ebbe modo di dire che l’innovativo sistema «è ottimo sia dal punto di vista religioso, che dal punto di vista economico».