Oggi voglio farmi un po’ di pubblicità. Dato che ho appena finito di partecipare al bel convegno “Perché guardare a Oriente“, organizzato dall’amico Pietro Piro, mi è stato chiesto di fermarmi ancora un po’ in sicilia e prestarmi ad un’esperienza interessante, che avrà luogo il 9 maggio alle 18.30, preso la Libreria Caffè Punto 52 (via Belvedere 52, Termini Imerese, PA). Si tratta di un incontro-conversazione sul buddhismo, del tipo “domande-e-risposte”. Qui di seguito, l’intestazione dell’incontro:
te kālena kālaṃ upasaṅkamitvā paripucchati paripañhati
“di tanto in tanto, dopo essersi avvicinato, li interroga e li consulta”
Conversazione sul Buddhismo Indiano
Con
Krishna Del Toso
Università di Trieste
Queste sono invece alcune note introduttive:
Nell’incontro tra Oriente e Occidente, in Europa e America il buddhismo ha da sempre esercitato un potere altamente seduttivo, principalmente a causa della sua natura ibrida, che lo colloca in uno spazio di confine tra filosofia e religione. La vocazione filosofica del buddhismo fa sì che gli assunti dogmatici siano qui stemperati o, meglio ancora, sottoposti a disamina allo scopo di sondarne la tenuta teoretica e di coniugarne la formula alle esigenze culturali di volta in volta attuali. La vocazione religiosa del buddhismo, invece, restituisce un orizzonte entro il quale, accanto all’indagine teorico-filosofica, trova posto la pratica attiva dei principi della morale e dell’etica.
Parlare della dottrina, ovvero parlare la dottrina, mantenerla vitale in un contesto dialogico e dialogante, è il modo con cui in India Siddhattha Gotama, novello Buddha, iniziò a raccogliere attorno a sé il primo sparuto gruppo di discepoli sulle rive del Gange a Benares. Al giorno d’oggi, a più di 2400 anni di distanza, i milioni di buddhisti in tutto il mondo attuano la trasmissione del sapere seguendo lo stesso metodo: l’esposizione della dottrina da parte del maestro, l’interrogazione da parte dei discepoli, la conseguente pratica sulla via che conduce alla liberazione… finché il discepolo diviene a sua volta maestro.
Quale migliore occasione, dunque, può essere trovata, al fine di affrontare i vari aspetti del buddhismo – la filosofia, l’etica, la pratica –, se non una conversazione aperta, in cui i ruoli dell’interrogante e dell’interrogato necessariamente sono di volta in volta ridefiniti, rimodulati in vista del comune e condiviso slancio verso una conoscenza intelligente e critica?
Per finire, qui trovate la locandina.