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Omosessualità in India: due romanzi per nuove prospettive letterarie

Patil, A., Nel cuore di Smog City, pp. 124, Metropoli d’Asia 2010, 12.50, ISBN 9788896317105.

La prima graphic novel proveniente dall’India, il successo di una scrittrice/illustratrice donna, la prima storia a fumetti a proporre il tema dell’omosessualità.
È Kari in persona a raccontare la sua storia in 18 scene. Lo spazio è diviso tra un dentro e un fuori. Il dentro è rappresentato da “Crystal Palace”, il grattacielo in cui vive la protagonista, con gli interni di casa e ufficio che fanno da schermo al “fuori”, una Mumbai fumosa, grigia e piovosa, senza pietà, un vero e proprio organismo dotato di vita propria.
La prima scena si apre con un salto nel vuoto, il volo in caduta libera di due donne dall’ultimo piano di un grattacielo di Mumbai. Un precipitare che si conclude con un doppio tentato suicidio. Suicidio fallito, per entrambe: per una – Ruth – grazie a una rete protettiva, per l’altra – Kari – in una fogna, una sorta di Stige, un rigagnolo fangoso di una Bombay infernale.
Kari, grafica pubblicitaria – che lavora a un progetto per una compagnia di prodotti per capelli – appartenente alla borghesia indiana, racconta al lettore del suo vivere quotidiano in un piccolo appartamento in condivisione con due ragazze, e i loro rispettivi fidanzati. La struttura del libro si basa su una continua opposizione binaria tra Kari e Ruth, razionalità e sentimento. Tra terra e aria, simboleggiate dal fango della fogna in cui risale Kari, e dall’aereo con il quale  Ruth vola verso una città sconosciuta dopo il tentato suicidio. Morte e rinascita. Morte rappresentata da Angel, amica e collega di Kari, malata terminale di cancro, e rinascita simboleggiata sia dalle due donne, sopravvissute, sia da Lazarus, un collega di lavoro non a caso chiamato come il “miracolato” per definizione. La storia si conclude con un finale aperto, che lascia pensare a un sequel.

Leggi le recensioni su Metropoli d’Asia.

Amruta Patil è nata nel 1979, cresciuta a Goa, diplomata alla School of Museum of Fine Arts di Boston e ora residente a Delhi. Scrittrice e illustratrice di talento, ha smosso la critica letteraria indiana proprio con Kari, suo primo lavoro, pubblicato nel 2008 da Harper Collins India. Sta lavorando a un romanzo, 1999, e a una graphic novel basata su un’epopea mito-storica.

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Raj Rao, R., Il mio ragazzo, pp. 320, Metropoli d’Asia 2010, 14.50, ISBN 9788896317051

Dopo un fulminante inizio di realismo quasi esasperato l’autore ci racconta una intensa storia d’amore omosessuale tra un giornalista e un intoccabile, in una Bombay tanto apparentemente placida e tenera, quanto invece sordida e violenta. Dopo un fugace incontro sessuale in un bagno della stazione ferroviaria, il giornalista quarantenne Yudi inizia una relazione con il diciannovenne Milind, e lo ospita nel suo appartamento nelle settimane in cui a Bombay scoppiarono le bombe sui treni urbani che fecero centinaia di morti, segnando ancora una volta la vita della città. Nel tempo di attesa che si apre loro davanti, prima che la città ricominci a vivere, i due tentano una convivenza nella quale misurano le proprie rispettive appartenenze di ceto sociale. Yudi vuole iniziare il giovane senza casta alla lettura, e a sua volta Milind prova a minare le certezze intellettuali del compagno giornalista. Quando Yudi introduce il dalit nella propria cerchia di operatori dei media e del cinema, Milind improvvisamente scompare insieme a un produttore televisivo, iniziando la propria ascesa come modello e attorucolo nel sottobosco della Bollywood più corrotta. Percorrendo la città alla ricerca del giovane, preoccupato per le frammentarie notizie che si fanno via via più inquietanti, il giornalista inizia il suo viaggio dapprima nella Bombay del cinema e della moda, poi, sulle tracce della famiglia di Milind, nella  comunità degli intoccabili, fino a partecipare alla loro marcia commemorativa, nella festività nazionale dedicata alla difesa dei diritti dei senza casta. Ritroverà il compagno tanto simile e tanto diverso da lui?

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R. Raj Rao è nato a Bombay ed è docente di Letteratura in lingue locali indiane presso l’Università di Pune. È uno tra i maggiori attivisti indiani per i diritti civili degli omosessuali. Fra le sue pubblicazioni ricordiamo la raccolta di poesie Slide Show, i racconti di One Day I Locked My Flat in Soul City, gli scritti per il teatro (The Wisest Fool on Earth and Other Plays), la biografia di Nissim Ezekiel. Ha inoltre curato i volumi Indian Writers in Interview e Image of India in the Indian Novel in English (1960-1980). Questo è il suo primo romanzo, tradotto anche in Francia da Cherche Midi.

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